Rimasto orfano di padre, inizia presto a lavorare come aiuto panifinicatore mentre frequenta la scuola. Si diploma come installatore meccanico ed elettrico.
Nel 1998 viene assunto in Ilva, dapprima con un contratto di formazione, fino al tempo indeterminato che arriva nel 2000.
Già dai primi anni nella fabbrica la sua indole combattiva e i suoi ideali di giustizia lo fanno avvicinare alla lotta sindacale. Per la prima volta si candida come RSU nel 2002 nelle fila della Fiom/CGIL, nel collegio “area acciaieria” dove lavora, risultando il più suffragato.
Solo a fine 2003 diventa componente dell’esecutivo di fabbrica delle “aree acciaierie”. A causa della intensa attività in difesa dei lavoratori, viene costantemente vessato dai vertici aziendali, arrivando a subire 33 contestazioni disciplinari per questioni ambientali e di tutela e salvaguardia degli operai e ben 3 licenziamenti.
Negli anni delle contestazioni entra in contrasto con le segreterie provinciale, regionale e nazionale della Fiom/CGIL che si dimostrano distanti dagli ideali in cui lui, invece, crede ciecamente, dalla tutela dei diritti dei lavoratori alle questioni ambientali, a cui è estremamente sensibile.
Il 1 Novembre 2007 l’azienda lo manda fuori dalla fabbrica e lo spedisce alla lega navale Ilva: solo, senza alcuna mansione da svolgere, praticamente mobbizzato.
In quel periodo inizia a denunciare pubblicamente, rendendo noti documenti che dimostrano quanti soldi percepissero i sindacati dai Riva per i dopo-lavoro dei dipendenti Ilva.
A gennaio 2013 viene reimpiegato in Ilva nelle aree “officine meccaniche”.
Nel maggio 2017 si candida come consigliere comunale nelle liste del M5S e viene eletto con
1015 voti, risultando anche questa volta il più suffragato.
Crede che il M5S possa realmente risolvere l’annosa questione Ilva, dopo anni di condivisione d’intenti, fino al 6 settembre 2018, quando viene siglato il vergognoso accordo tra Arcelor Mittal e il governo M5S-Lega e lascia immediatamente i pentastellati proclamandosi indipendente.
Il 28 ottobre dello stesso anno, anche questa volta ingiustamente poiché è uno dei più anziani di stabilimento, viene collocato in cassa integrazione a zero ore in Ilva in Amministrazione Straordinaria.
Da questo momento inizia la sua attività esclusiva di consigliere comunale. Massimo si dedica totalmente alla risoluzione delle istanze dei cittadini che rappresenta, senza mai tirarsi indietro davanti alle richieste di qualsiasi tarantino, non solo di chi lo ha votato.
Presenta una serie di mozioni e interrogazioni che potete consultare cliccando qui.
Dall’esperienza di questi tre anni e mezzo in Consiglio Comunale, nasce l’esigenza di condividere un percorso politico di opposizione costruttiva all’Amministrazione Melucci che, se da un lato – a parole – dichiara di seminare rinascita, nei fatti non ha prodotto nessun risultato tangibile ma soltanto tanta e inutile propaganda, fino poi ad essere destituito il 16 novembre 2021.
Partendo da un’intensa autocritica sull’approccio relativo alle tante problematiche della nostra città e dalla richiesta di unione percepita dalla comunità tarantina, Massimo Battista e l’altra ex pentastellata Rita Corvace decidono di fondere le loro esperienze e di creare un unico gruppo consiliare capace di portare a Palazzo di Città le istanze di quella cittadinanza attiva di cui sono espressione.
È il 28 dicembre 2020 e, dalla convinzione che, affinché la città cambi, è necessario che cambi innanzitutto il nostro modo di agire, nasce il gruppo consiliare Una Città per Cambiare -Taranto.
Nel simbolo vedete raffigurato il Ponte Girevole, icona di collegamento tra città vecchia e borgo nuovo, ed è quello che vogliono fortemente rappresentare per i tarantini: la connessione tra la cittadinanza e le Istituzioni che sono sempre più lontane dalle loro esigenze.
Taranto, hai davanti un altro viaggio, Una Città per Cambiare.